Onda P: è la prima onda che si genera nel ciclo, e corrisponde alla depolarizzazione dei due Atri. È di piccole dimensioni, poiché la contrazione degli Atri non è così potente.
La sua durata varia tra i 60 e i 120 ms, l’ampiezza (o altezza) è uguale o inferiore ai 2,5 mm.
- Tratto PQ o PR: è l’intervallo tra P e Q…
- Complesso QRS: si tratta di un insieme di TRE onde che si susseguono l’una all’altra, e corrisponde alla depolarizzazione dei ventricoli.
- L’onda Q: è negativa e di piccole dimensioni, e corrisponde alla depolarizzazione del setto interventricolare;
- la R: è un picco molto alto positivo, e corrisponde alla depolarizzazione dell’apice del ventricolo sinistro;
- la S: è un’onda negativa, anch’essa di piccole dimensioni, e corrisponde alla depolarizzazione della regione basale e posteriore del ventricolo sinistro.
La durata dell’intero complesso è compresa tra i 60 e 90 ms.
In questo intervallo avviene anche la ripolarizzazione atriale che però non risulta visibile perché mascherata dalla depolarizzazione ventricolare.
- Onda T: rappresenta la ripolarizzazione dei ventricoli. Non sempre è identificabile, perché può anche essere di valore molto piccolo.
- Onda U: è un’onda che non sempre è possibile apprezzare in un tracciato, dovuta alla ripolarizzazione dei muscoli papillari.
- Tratto ST: rappresenta il periodo in cui le cellule ventricolari sono tutte depolarizzate e pertanto non sono rilevabili movimenti elettrici.
Da ciò deriva che di norma è isoelettrico, cioè posto sulla linea di base del tracciato, da cui si può spostare verso l’alto o il basso di non più di 1 mm.
- Intervallo QT: rappresenta la sistole elettrica, cioè il tempo in cui avviene la depolarizzazione e la ripolarizzazione ventricolare.
- La sua durata varia al variare della frequenza cardiaca, generalmente si mantiene tra i 350 e i 440ms.
- Il tracciato ECG: tracciato su carta millimetrata, che scorre nell’elettrocardiografo ad una velocità di 25 mm al secondo, in quadrati da 5 mm rappresentano 1 secondo.
È quindi facile immaginare come si possa immediatamente ricavare la frequenza cardiaca, valutando quanto tempo passa tra un ciclo e l’altro (si misura il tempo intercorso tra due picchi R).
A solo titolo di esempio se abbiamo un complesso ogni 4 quadrati da 5 millimetri, significa che la nostra frequenza è attorno ai 75 battiti al minuto.
Ovvero, visto che ogni quadrato da 5 mm corrisponde a 0,2 s e, quindi, 4 quadrati a 0,8 s, basterà dividere 60 s (1 minuto) per 0,8 s per ottenere la frequenza di 75 battiti al minuto, appunto.
Oppure, più semplicemente, possiamo dividere 300 per il numero di quadrati da 5 mm fra due picchi R adiacenti. In caso di ritmo irregolare la distanza sarà la media fra 3 distanze R-R adiacenti.