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Allergie Diagnosi

Allergie Diagnosi

Per diagnosticare un’allergia possono essere utilizzati fino a 3 step di esami diagnostici (di solito si utilizza il primo step e solo se necessario , si passa al secondo e al terzo).                    PRIMO STEP: anamnesi e test epicutanei L’anamnesi, cioè la raccolta dei sintomi del paziente, se fatta bene, è in grado di indirizzare il Medico alla diagnosi finale. I test epicutanei sono mezzi diagnostici di prima scelta: in grado quasi sempre di arrivare alla diagnosi della malattia allergica, sono facilmente eseguibili, affidabili, costano poco e danno risposte dopo pochi minuti. Si eseguono quasi esclusivamente i prick test (si punge la superficie volare dove sono state messe delle gocce di prodotto). Quasi abbandonati i test intradermici. Mentre sono usati più frequentemente i patch test per diagnosticare le dermatiti allergiche da contatto sono: consistono nell’applicazione di cerotti composti, contenenti varie sostanze che causano dermatite sulla schiena del paziente. Devono rimanere sulla schiena per almeno 48 ore – 72 ore. I Prick by prick cutanei, con alimenti freschi, vengono utilizzati talvolta nei casi di allergia alimentare. Si utilizza l’alimento fresco al posto dell’estratto, inoltre, alcuni alimenti come frutta e verdura fresca hanno allergeni molto labili, per cui gli estratti possono non essere completamente affidabili.

SECONDO STEP: PRIST e RAST

Il dosaggio delle IgE totali (PRIST) è usato poco, perché produce risultati poco indicativi. Serve solo a valutare il numero delle IgE (gli anticorpi delle allergie) nel sangue: per un adulto non dovrebbe superare il numero di 100-120 kU/l. Nelle allergie si può arrivare anche a concentrazioni 10 volte più elevate. In realtà ci sono anche altre patologie nelle quali questo valore di laboratorio può essere aumentato. Non dà assolutamente indicazioni sulla causa dell’allergia. Il dosaggio delle IgE specifiche (RAST) serve a valutare quante IgE contro una determinata sostanza (un polline, per es.) ci sono nel sangue. Dà indicazioni sulla causa dell’allergia. Va assolutamente evitato l’uso esagerato di questo esame da laboratorio, come di recente ha anche raccomandato l’O.M.S.. Va eseguito solo quando le indagini del primo step non da risposta; eventualmente viene utilizzata solo verso quegli allergeni sospetti. Da evitare prescrizioni di RAST generico contro tutti gli inalanti e/o alimenti.

TERZO STEP: test di provocazione Test di provocazione specifici:

sono rappresentati dai test di provocazione nasale, bronchiale, congiuntivale per le allergie respiratorie; invece vengono eseguiti test di scatenamento per le allergie alimentari e per le allergie a farmaci: in realta’ questi ultimi non sono molto utilizzati in quanto possono essere eseguiti solo in strutture dotate di rianimazione. Sono sicuramente piu’ utilizzati i test di provocazione nasale: rimangono comunque indagini di terzo livello, quindi riservate solo a quei casi che non vengono diagnosticati utilizzando le indagini di primo e secondo livello. Di esecuzione semplice, ma estremamente sofisticati (si eseguono con i rinomanometri, strumenti che misurano la quantità  d’aria che attraversa le due narici nasali e la resistenza offerta al passaggio dell’aria) e indaginosi: un buon esame puo’ richiedere 2-3 ore. Per la loro esecuzione e’ richiesta una specifica competenza e strumentazione. Altri test di esposizione orale (con molecola farmacologica alternativa a quella causa di reazione). Rappresenta una delle poche possibilita’ di dare delle risposte chiare ai pazienti che hanno sofferto di reazioni a farmaci. Spesso nei casi di reazioni a farmaci la diagnostica di primo e secondo livello e’ completamente inutile (comunque puo’ dare indicazioni sulla responsabilita’ di un farmaco, ma non fornisce le necessarie informazioni su quali farmaci assumere in futuro in caso di necessita’). Il test di esposizione orale richiede una formazione specialistica e viene eseguito in strutture specialistiche attrezzate. Dura circa tre ore. Il paziente deve assumere per bocca ad intervalli di 30 minuti delle diluizioni di una molecola che l’allergologo ha preventivamente individuato in base alla storia farmacologica. Test di tolleranza con anestetico locale. Viene richiesto di solito dagli odontoiatri in pazienti che hanno avuto reazioni con gli anestetici. E’ un test che richiede una specifica competenza. Dura circa 2 ore. Viene eseguito mediante prick, iniezioni intradermo e sottocutanee di diluizioni dell’anestetico che l’allergologo ha individuato in precedenza.

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