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Pediculosi del capo – Pidocchi

Pediculosi del capo – PidocchiPediculosi del capo - Pidocchi

Pidocchio del capo La pediculosi del capo è una parassitosi causata da un insetto ematofago specie-specifico dell’ordine Anoplura, il Pediculus humanus capitis, comunemente chiamato pidocchio. Negli ultimi 30 anni in tutto il mondo ed in Italia il numero di persone colpite da pediculosi del capo è enormemente aumentato. Sono interessati soprattutto i bambini fra i 3 e gli 11 anni con continue epidemie nelle comunità scolastiche dove si stima che almeno il 25% dei bambini, indipendentemente dallo stato sociale, venga colpito. La pediculosi del capo si manifesta solitamente con intenso prurito alla regione occipitale e retroauricolare e che talvolta si estende fino alla zona posteriore del collo e del torace. L’intensità del prurito è caratterizzata da una forte componente soggettiva ed a parità di infestazione, alcuni lo sentono come intenso e insopportabile, mentre altri quasi non lo avvertono affatto. Se il prurito è molto intenso e persistente alle lesioni da grattamento di possono associare alterazioni cutanee di tipo eczematoso associate spesso a infezioni batteriche secondarie e non di rado partecipano al processo infiammatorio le linfoghiandole della nuca e del collo con adenopatia retroauricolare e cervicale posteriore. Il prurito è legato alle lesioni cutanee prodotte dal pidocchio, che nel trafiggere la cute, inietta saliva ed emette feci: le lesioni sono di tipo eritematoso o papuloso. Sia le lesioni che il prurito sono dovute alla ipersensibilità agli antigeni, presenti nella saliva del parassita. Un altro segno frequente della pediculosi sono e feci dei pidocchi che come una polvere secca e nerastra che si trovano spesso al mattino sul cuscino. Guardando attentamente i capelli (preferibilmente alla luce naturale) è possibile vedere le uova, chiamate lendini, del diametro meno di 1 mm e di colorito biancastro opalescente.

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Le lendini sono di forma ovale o a lenticolare, a lacrima. Esse sono tenacemente attaccate al capello a 3 – 4 mm dal cuoio capelluto, si trovano soprattutto alla nuca e sopra e dietro le orecchie; assomigliano alla forfora ma da questa si distinguono facilmente perché fissate ai capelli. In generale, le lendini vicino al cuoio capelluto sono vitali, mentre quelle più lontano dalla testa sono solo gusci vuoti, non vitali. In una persona infetta ci sono al massimo 10 – 12 pidocchi, e centinaia di lendini, vive e morte. I pidocchi si vedono solo raramente. Il pidocchio compie il suo intero ciclo vitale sulla testa della persona parassitata in 1 – 2 mesi. La femmina deposita ogni giorno 8 – 10 uova, per un totale di circa 300 uova nell’arco della vita, le lendini sono deposte fortemente attaccate ai capelli a circa 1 cm della emergenza dal cuoio capelluto dove la temperatura di 37° C è ottimale per la loro maturazione. Dalle lendini, dopo 7 – 10 giorni, nasce la giovane ninfa, che inizia a nutrirsi del sangue dell’ospite e matura in una settimana diventando in grado di deporre a sua volta le uova. Ogni 4 – 6 ore, per nutrirsi, il pidocchio appoggia alla pelle la sua bocca da cui fuoriesce una struttura tubulare che penetrando attraverso la pelle secerne una sostanza anticoagulante e vasodilatatrice che facilita la suzione del sangue. Al di fuori del proprio ambiente, cioè la testa dell’uomo, e senza nutrirsi il pidocchio sopravvive solo 1 – 2 giorni mentre le uova possono rimanere vitali per una decina di giorni senza arrivare alla schiusa. Il parassita non vola né salta, ma si muove velocemente fra i capelli. La trasmissione della pediculosi è solitamente per contagio diretto testa contro testa fra i bambini o fra i bambini e i loro familiari. I pidocchi si trasmettono però anche in modo indiretto, con lo scambio di spazzole, pettini, berretti, cappelli, sciarpe, o biancheria del letto. La diagnosi si basa ovviamente sul riscontro sulla testa dei pidocchi, delle ninfe, o di lendini vitali adese ai capelli. La pediculosi del capo non è pericolosa per la salute, in quanto il Pediculus capitis non è vettore di malattie infettive. E’ necessario avvisare sia la scuola frequentata dal bambino sia l’operatore sanitario di riferimento, al fine di procedere al controllo dei contatti che potrebbero essere stati contagiati. Il bambino affetto da pediculosi non può frequentare la collettività scolastica fino a che non ha iniziato il trattamento specifico. E’ importante controllare accuratamente ogni membro della famiglia per escludere il contagio ed effettuare il trattamento contemporaneamente in tutti i membri affetti. Il trattamento corretto della pediculosi del capo si basa su tre punti fondamentali:
  • 1) applicazione sui capelli di prodotti antiparassitari specifici;
Anti parassitari
  • 2) asportazione delle lendini dai capelli;

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  • 3) disinfestazione degli oggetti veicolo dell’infestazione.

Trattamento

Sfortunatamente molti medici e pediatri considerano la pediculosi della testa, come una condizione alla quale non meriti prestare eccessiva attenzione. E d’altra parte spesso mancano le conoscenze di base sia sull’epidemiologia che sulla diagnosi e infine sul trattamento della pediculosi: vengono completamente ignorati l’efficacia e i pericoli delle diverse sostante, soprattutto dei pesticidi e un trattamento efficace viene spesso intrapreso tardivamente quando l’infestazione si è già diffusa nella famiglia e nella comunità. La riluttanza dei genitori a comunicare la presenza di pidocchi nella testa del proprio figlio fa il resto. Nessun agente topico è risultato essere ovicida al 100%. Ne consegue che per eliminare i pidocchi dobbiamo ripetere il trattamento dopo 10 – 15 giorni allo scopo di uccidere le ninfe che siano nel frattempo fuoriuscitedall’uovo. Il trattamento della pediculosi va intrapreso quando vi sia la sicurezza che il soggetto ne sia effettivamente colpito. I pediculocidi non vanno adoperarti per la profilassi ma solo per il trattamento. Trattare la testa del bambino soltanto perché un amico, o un compagno di comunità è affetto da pidocchi è un errore perché ogni pediculocida ha comunque un pur minimo potenziale di tossicità ed il rischio aumenta quando la madre ripete il trattamento in modo continuativo o comunque ravvicinato. La profilassi consiste nell’esame attento della testa, nelle sedi classiche. Il reperto di uova a distanza ravvicinata dal cuoio capelluto (1 cm o meno) in un soggetto non trattato, equivale alla diagnosi di pediculosi e quindi indica la necessità del trattamento. Il malation è un pesticida organofosforico molto usato in agricoltura in USA. Agisce come inibitore irreversibile delle colinesterasi ed è probabilmente il prodotto pediculocida ed ovicida ad azione più rapida: pidocchi e uova sono uccisi in 3 secondi. E’ sicuro quando viene correttamente impiegato ma è stato ritirato dal mercato americano dallo stesso produttore per il suo odore sgradevole, per il veicolo alcoolico che produce dolore quando giunga a contatto con la congiuntiva e per la sua infiammabilità. E’ disponile in Italia come gel all’1% e viene consigliato in due applicazioni di dieci – venti minuti ciascuna intervallate da una settimana. La permetrina è una piretrina sintetica poco assorbita dalla cute e dotata di un eccellente attività sui pidocchi e sulle uova. Il suo meccanismo di azione risiede nella sua capacità di agire sulle membrane neuronali degli insetti (analogamente al DDT). Il piretro, come i suoi derivati, è dotato di bassa attività tossica nei mammiferi per la rapida biotrasformazione da parte dell’idrolisi esterica e/o dell’idrossilazione. La lenta biotrasformazione negli insetti è la causa della forte attività pediculocida. Gli effetti tossici diretti sono rari ma esiste la possibilità d’indurre reazioni di tipo allergico (dermatite da contatto e allergia respiratoria). Il suo uso è quindi controindicato in soggetti che abbiano presentato reazioni da ipersensibilità verso la stessa permetrina o verso altri piretroidi o piretrine. La sua azione sul pidocchio non è immediata come quella del malation ma richiede qualche minuto per cui, dopo l’applicazione, possono essere ancora osservati pidocchi morenti che presentano qualche movimento. Per molti pediculocidi un certo grado di attività rimane sui capelli dopo l’applicazione e per la permetrina l’attività residua, attiva sia sui pidocchi che sulle uova, si prolunga per oltre 2 settimane. Per questa ragione la seconda applicazione può essere considerata superflua anche se molti Clinici raccomandano comunque una seconda applicazione dopo 1 – 2 settimane. Il prodotto si trova in commercio in Italia, come prodotto da banco, in crema liquida all’1% per uso esterno. Una al 5%, disponibile in USA per l’uso su tutto il corpo nella cura della scabbia, non è in commercio in Italia. Tutta la letteratura recente afferma che, “grazie alla sicurezza e alla efficacia, la permetrina viene considerata oggi come il trattamento di scelta del pidocchio della testa”. Il lindano, o gamma-benzene esacloruro, è un’altra sostanza di sicura efficacia, usata per decenni, nel passato, per la cura della pediculosi. Si tratta di una sostanza organoclorata, come il DDT, che, fino alla diffusione della permetrina, ha rappresentato il trattamento della pediculosi della testa più diffuso nel mondo. Il lindano è un pesticida ad azione lenta, che viene immagazzinato nel tessuto nervoso e nel tessuto adiposo. Viene usato come shampoo all’1%, con un’applicazione di solo 4 minuti, dopo la quale i capelli sono sottoposti a una buona risciacquatura. La lozione all’1% va tenuta invece più a lungo, per oltre 8 ore, cioè per tutta una notte. Poiché l’attività ovicida è bassa, il trattamento va ripetuto dopo una settimana per uccidere le ninfe uscite da poco dalle uova. “Il lindano è probabilmente innocuo, se impiegato secondo le istruzioni” così dice la Medical Letter. Solo in caso di uso eccessivo e scorretto o d’ingestione accidentale si è verificata tossicità neurologica con crisi epilettiche e a danno del midollo osseo. Le piretrine naturali con piperonil butossido sono sostanze ricavate dai fiori di crisantemo, abitualmente associate in terapia con il piperonil butossido che conferisce loro stabilità e potenzia il loro effetto. Questi prodotti possono essere venduti direttamente al pubblico, sono innocui e cosmeticamente accettabili. La loro applicazione richiede solo 10 minuti. Nel passato sono stati molto usati contro i pidocchi del capo. In Italia è in commercio una piretrina naturale con piperonil butossido, in shampoo potenziato alla sumitrina. Le piretrine non uccidono tutte le uova non dischiuse e non hanno un’attività residua, come la permetrina, per cui richiedono un trattamento da 5 a 7 giorni dopo il primo per uccidere le ninfe. L’ivermectina, non disponibile in Italia, è un efficace pediculocida, da somministrare per via orale in una dose singola di 200 mg/kg, con scarsissimi effetti collaterali spiacevoli (in USA è in commercio sotto il nome di Stromectal). E’ stato dimostrato che questa sostanza può essere utile anche per applicazione locale in soluzione allo 0,8%, ma nemmeno in USA sono in commercio formulazioni del genere. Nessuno prodotto è tuttavia in grado di staccare le lendini dai capelli. L’adesione delle lendini ai capelli è assicurata da materiale cheratinico, prodotto dal pidocchio, difficilmente aggredibile senza danneggiare i capelli, che sono anch’essi costituiti di cheratina. Per l’asportazione delle lendini dai capelli, dopo un impacco di acqua e aceto, si usa un pettine a denti fitti (0,3 mm fra i denti) di plastica o di metallo o, più efficacemente, si sfila manualmente dai capelli una lendine alla volta. La disinfestazione degli oggetti veicolo dell’infestazione, pettini e spazzole, è un altro punto importante per un trattamento corretto della pediculosi e per evitare le recidive. I pidocchi e le lendini sono molto sensibili alle alte temperature e quindi, per ucciderli, è sufficiente il lavaggio a 60° C. Lavatrice

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